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Fare chiarezza intorno al Diesel

Mondo Arval 18 Dec 2017

LA VISIONE DI ARVAL SUL FUTURO DEL DIESEL

Il Diesel oggi conta più della metà delle immatricolazioni di autovetture e veicoli commerciali leggeri in Europa. Nel segmento delle flotte aziendali, si arriva fino ai due terzi.

La reazione dei clienti a seguito dei recenti scandali sugli impianti di manipolazione e le preoccupazioni sulle restrizioni di accesso dei veicoli in alcune grandi città ha portato a un aumento dell’incertezza sul futuro del gasolio sui mercati europei. Questo ha spinto Arval a pubblicare il presente white paper sul Diesel (per scaricare il White paper, clicca sul link in fondo).

Come locatore multi marchio indipendente di flotte aziendali in tutta Europa, Arval esamina tutte le tendenze e le opinioni degli esperti sulle tecnologie e l’uso dei veicoli, oltre ad offrire i propri consigli e supporto a clienti e driver perché facciano la scelta migliore quando scelgono un nuovo veicolo. Con le recenti sfide e domande espresse in merito ai motori a combustione interna in generale e in particolare a gasolio, ma anche tenendo a mente che le energie alternative sono sempre più disponibili, Arval ha completamente revisionato il proprio calcolo del Total Cost of Ownership (TCO). La metodologia Arval comprendeva già un elemento di costo del carburante e le tasse applicabili, ma integrerà anche la possibilità di tenere conto di specifici segmenti di driver in termini di chilometri complessivi percorsi alla guida, nonché modelli di guida e località; questo dovrebbe permettere ai clienti di fare una scelta più equilibrata tra tutti i tipi di veicoli.

QUALITÀ DELL’ARIA E CONVENIENZA DEL DIESEL

La prima preoccupazione ambientale degli ultimi 20 anni riguarda le emissioni di gas serra (GHG) e, più nello specifico, anidride carbonica (CO2).  Di conseguenza il campo di gioco europeo è divenuto incredibilmente favorevole al gasolio. L’approccio basato sulla CO2, che è direttamente collegato alla resa del carburante, unito ai prezzi del carburante in aumento, ha fatto crescere in modo significativo la quota di mercato di veicoli a gasolio in Europa, a spese delle auto a benzina.

Di recente si è sviluppata una sempre maggiore consapevolezza delle discrepanze tra i valori di consumo del carburante, CO2 e inquinanti dell’aria (in particolare ossidi di azoto - NOx) registrati dai test di laboratorio ormai datati del New European Drive Cycle (NEDC) e quelli ottenuti nei test reali misurati su strada. Lo scandalo delle emissioni VW del 2015 e la coscienza del fatto che l’inquinamento dell’aria urbano, in realtà, non è poi migliorato come ci si aspettava, ha accelerato la discussione sull’impatto ambientale di diversi tipi di carburante, in particolare dei veicoli con motore Diesel.

Di conseguenza, alcuni governi (come quello francese e il Regno Unito) hanno dichiarato l’intenzione di porre fine alla vendita delle tradizionali vetture e LCV  Diesel e a benzina entro il 2040, nonché l’introduzione delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) in alcune città di grandi dimensioni. Occorre notare che, secondo la nostra opinione, le ZTL non elimineranno tutti i veicoli Diesel da un giorno all’altro, ma avranno un impatto iniziale prima sulle vecchie generazioni, limitando significativamente eventuali effetti negativi sui parchi di veicoli degli anni a venire, dal momento che i veicoli delle nuove flotte sono in genere più giovani.

Il NEDC è stato sostituito dal Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure (WLTP) e dal ciclo Real Driving Emission (RDE). I dati sulle emissioni prodotti da questi nuovi test dovrebbero riflettere meglio le reali condizioni di guida. Un periodo di transizione fino al 1° Gennaio 2019 dovrebbe lasciare ai costruttori (denominati OEM, Original Equipment Manufacturer – Produttori di attrezzature originali) e ai governi locali un tempo sufficiente per adattarsi, mentre i valori risultanti non dovrebbero, agli occhi della Commissione Europea, portare direttamente a un maggiore impatto fiscale, anche se è già noto oggi che, rispetto ai valori attuali, ci saranno variazioni del 20% (ma fino all’80%).

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 del 2021 tutti i principali costruttori hanno adattato le loro strategie introducendo nuove tecnologie, in unione con e qualche volta con la sostituzione di Diesel e perfino benzina. Molte di queste strategie, tuttavia, implicano ancora l’uso di veicoli a gasolio, alcuni dei quali saranno aggiornati e comprenderanno versioni ibride, principalmente perché tali strategie richiedono alti investimenti e il tempo di essere attuate. E’ assai probabile che il carburante Diesel non scomparirà semplicemente da un giorno all’altro, dal momento che i costi dell’investimento su carburanti alternativi sono elevati e richiedono una notevole quantità di tempo per essere messi in atto. Gli stakeholder devono tenere conto di ciò.

Anche se la reputazione del Diesel negli ultimi mesi ha sofferto agli occhi del pubblico, è importante capire che molti dei recenti passaggi dal gasolio nei parchi auto aziendali hanno portato a scegliere la benzina, in particolare nel segmento dei veicoli di piccole dimensioni. Questo è dovuto soprattutto all’eliminazione dell’offerta dei Diesel più cari da parte dei costruttori in questi segmenti e ad un parziale orientamento verso i veicoli elettrici (essenzialmente ibridi e ibridi plug-in) dovuto agli incentivi fiscali.

Quel che accade suggerisce che in genere il pubblico europeo sta prendendo le distanze dal Diesel, per cui nel tempo offerta e domanda dovranno essere riconciliate anche sui mercati dell’usato. E’ probabile che ci siano pressioni sui Valori Residui del Diesel (RV) a vantaggio delle  alternative disponibili nel breve termine, soprattutto veicoli a benzina, ibridi (compresi ibridi plug-in) e, in misura minore, veicoli interamente elettrici.

MISSIONE E APPROCCIO ARVAL

La missione di Arval è aiutare i clienti a fare la scelta giusta in questo contesto normativo e di produzione di veicoli che evolve rapidamente, dando consigli da esperti sulle scelte tecnologiche che possono avere senso sul breve, medio e lungo termine. Le Company Car Policy dovranno essere adattate entro il prossimo anno. Il nostro modello di TCO è stato revisionato per tenere conto di queste nuove dinamiche.

Nelle nostre discussioni sul TCO, inviteremo i nostri clienti a inserire i loro segmenti di driver aziendali tra i criteri per definire e talvolta imporre le scelte giuste, non solo per il driver, ma anche per la società e l’ambiente nel loro complesso. Il team di consulenza di Arval può accompagnare i nostri clienti nella realizzazione dei profili della loro flotta e aiutarli a costruire o ricostruire le loro Car Policy e le loro politiche di mobilità per affrontare queste nuove sfide.

Dal momento che è aumentata la consapevolezza pubblica relativa ai cambiamenti climatici e all’impatto ambientale maggiore dei veicoli, Arval crede che la Corporate Social Responsibility (CSR) debba essere all’ordine del giorno per i suoi clienti ancora più di prima. Non solo desideriamo informare i nostri clienti non appena sono disponibili i dati dei nuovi test, ma proporremo loro di usare i nostri servizi, come Arval Active Link, per misurare, monitorare e influenzare al meglio il comportamento dei driver, per ridurre al minimo l’impatto ambientale effettivo delle loro flotte.

Come si vedrà dal presente white paper, i veicoli Diesel rimarranno ancora una valida opzione in numerose situazioni, data la buona resa del loro carburante e che i costruttori stanno intraprendendo azioni decisive per ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente. Tuttavia, in sempre più casi, i veicoli ibridi, ibridi plug-in e perfino completamente elettrici diventeranno alternative migliori, accanto alla benzina.

Si tratta di un ambiente politicamente in via di cambiamento e il contenuto del presente documento si basa sulle informazioni disponibili ad oggi e le potenziali opzioni e implicazioni non sono limitate a quanto esposto nel presente documento.
 

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